C'è un ricordo di quando ero bambina che da sempre ho condizionato e condiziona la mia vita.
All'epoca poche persone avevano l'autoradio, e la mia famiglia non era tra quelle persone, così, nei pomeriggi che passavo in macchina con mio babbo andando a fare acquisti per il negozio dei miei genitori, o in giro per commissioni, noi cantavamo. Eravamo noi la nostra autoradio.
Ma mio babbo aveva un problema con le parole delle canzoni... non se le ricordava mai, tranne quelle di Bella Ciao e Fischia il Vento e alla fine erano sempre quelle che si cantavano, talvolta in loop per decine di kilometri. Ora, anche chi non ha una laurea in psicologia capisce che l'influenza di certe canzoni su una bimba di 3/4 anni non può che portare a farla diventare una donna con certi valori e certi principi. Uno dei miei valori fondanti è la RESISTENZA che porto avanti e appoggio in tutte le sue sfaccettature e forme. A partire da quella dei Partigiani. Certo, quella è stata la prima in epoca moderna a fungere da faro morale per indicarci la strada in uno dei periodi più bui della nostra storia, ma anche quella nei confronti di un governo, come quello attuale, che ci vuole muti e buoni, e possibilmnete ignoranti, quella nei confronti di una dittatura che si spaccia per democrazia, perchè non possiamo continuare a far finta che nel nostro Paese vada tutto bene, quella verso un governo ombra mondiale che schiaccia i Paesi più deboli e si fa forte della propria potenza e che definisce chi vi si oppone complottista. Quella nei confronti delle grandi multinazionali che affamano e fanno ammalare milioni di persone e che inquinano e sviliscono l'ambiente solo per il proprio tornaconto. Quella del popolo palestinese, kurdo, armeno. Quella delle minoranze schiacciate da un sistema che ci vuole tutti uguali, quella delle donne che ogni giorno lottano in un mondo machista e patriarcale e che non sono libere nemmeno di dire quello che pensano e che non sono libere nemmeno di pensare.
Ma la forma di resistenza che più mi appartiene e che più vivo è quella delle persone che come me ogni giorno lottano per portare avanti i propri progetti, non arrendersi a un mondo convenzionale e stereotipato, non abbandonare i propri sogni e i propri ideali.
E a tutti questi uomini e donne io dedico un simbolo, quello che notoriamente è associato alla resistenza, quello più puro e più bello: il papavero.
La nuova collezione che ho proposto da qualche settimana è realizzata in pasta di carta trattata con resina e si tratta di una serie di fiori ornamentali e di orecchini a forma di papavero, per portare sempre con sè l'eblema di un modo di essere, per non dimenticarci mai chi siamo.
E questo è il fiore del Partigiano
morto per la Libertà.
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi...
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