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LE IDEE PERFETTE

Lo so, sembra strano... ho pubblicato un post pochi giorni fa e ora eccomi di nuovo qui a scrivere, dopo mesi di silenzio si è riaperta la valvola della logorrea editoriale.Effetto del Coronavirus che ci vede tutti relegati in casa e che come unico regalo ci ha dato più tempo per le cose per cui normalmente non ne abbiamo? Può darsi, sono annoiata, lo ammetto... ma la spinta più grande a scrivere, ora, arriva da quattro chiacchiere appena fatte in una strana pausa merenda con il mio compagno, davanti a un thè e a un budino semi condiviso (se lo è pappato quasi tutto lui).
La riflessione arriva da un libro che lui sta leggendo per un corso e lo spunto della conversazione è che per vivere fino in fondo un'azione, un sentimento o una cosa qualsiasi della propria vita, sia necessario abbandonare l'ideale di quell'azione, di quel sentimento o di quella cosa e lasciarsi andare al viverla. Solo in questo modo non ci sarà un confronto con l'idea perfetta che abbiamo nella nostra testa e l'effettiva realtà delle cose come si manifestano nel presente del loro divenire. 
Ovviamente la riflessione sul mio lavoro è arrivata in maniera spontanea e anche un po' brutale...alla fine siamo sempre tutti un po' autoreferenziali, e ad esempio delle teorie, portiamo il nostro vissuto... in ogni caso, ammetto che è difficile per me, regina degli ideali e dei mondi perfetti, che raramente accetta il fatto che nella vita le cose possono andare in maniera diversa da come pianificato, prendere atto che un'idea non può concretizzarsi precisamente nella maniera in cui è stata pensata. Ma sebbene sia difficile da accettare su un piano personale, questa è una cosa che non mi ha mai creato problemi sul piano lavorativo e anzi ho sempre creduto facente parte del concetto stesso di creazione: è normale avere in mente una cosa e durante il processo creativo vederla modificarsi in base ai mille pensieri che si hanno in testa nell'atto della realizzazione e che ne influenzano la resa finale. 
Per cui c'è quasi sempre un gap tra l'idea iniziale e il prodotto finito.
Ogni tanto, però, capita l'eccezione. 
Per me l'eccezione è stata una collezione ideata e realizzata poco prima di Natale, nel momento, per me, più frenetico dell'anno, e che proprio per la natura di questo periodo è passata, almeno sul blog, in secondo piano. Sto parlando della collezione SO FULL OF MYSELF. 
Tutto è partito da un'idea (tanto per cambiare) non tanto artistica quanto umana: ognuno di noi, al suo interno ha una moltitudine di personalità che contribuiscono a creare l'Io definitivo ma che rivelano, nelle varie relazioni con gli altri, solo una parte di noi stessi. Una personalità la si manifesta solo quando si interpreta l'Io lavoratore, una quando ci si trova nei panni dell'Io all'interno della relazione sentimentale, della relazione familiare, della relazione amicale e via dicendo. Nessuno ci conosce mai sotto tutti i punti di vista perchè con ogni attore sociale interpretiamo un ruolo differente a seconda del copione (o contesto sociale) nel quale agiamo. Concetto che da una parte viene rappresentato letterariamente da Luigi Pirandello in Uno, nessuno e centomila, cito solo alcune delle frasi più significative dell'opera: 

“Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, 
ma nulla neppure io stesso.”

“C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. 
E quando stai solo, resti nessuno.”

“Mi si fissò invece il pensiero ch’io non ero per gli altri quel che finora, 
dentro di me, m’ero figurato d’essere.”
 
D'altra parte questo stesso concetto è simbolizzato alla perfezione nella Matrioska, bambola di origine russa, che rappresenta la molteplicità dell’essere, le diverse identità che convivono contemporaneamente in un’unica anima, che rappresenta la nostra capacità di essere allo stesso tempo più persone contemporaneamente (la madre, la figlia, il seme... sono solo alcune delle bamboline contenute all'interno della bambola più grande), di includere tutte le sfaccettature del nostro io (tutte le bambole possono essere mostrate contemporaneamente) o di escluderle a seconda delle circostanze (tutte le bambole possono essere racchiuse al'interno della prima). Rappresenta l'inizio e la fine, l'eterno mutamento. 

Questo pippone appena sfornato non è solo un esercizio di retorica o un tributo al mio insegnante di filosofia del liceo, serve per farvi capire quanto la riflessione sul concetto di molteplicità dell'Io abbia influenzato la realizzazione di questa collezione, di quanto un'idea abbia contribuito a creare un'ideale, di quanto insomma, detta schietta, mi sia intrippata su questo argomento nel momento di creare la collezione. Così, alla fine di questo lunghissimo trip mentale, nella mia testa si erano create delle immagini... disegni di matrioske e manufatti finiti realizzati a partire da quegli stessi disegni. Si era creata un'idea perfetta cui aspirare e che, pensavo, ancora una volta si sarebbe concretizzata in qualcosa di diverso dal suo ideale
Alla fine del processo di disegno, elaborazione grafica, stampa, lavorazione su cartone recuperato e finitura, invece, per la prima volta nella mia vita, avevo tra le mani un oggetto che era proprio come me lo ero immaginato. La mia opera coincideva perfettamente con l'idea iniziale. L'ideale si era incarnato.
In definitiva con questo post non voglio dire che i prodotti finiti siano perfetti in senso letterale, bensì che finalmente l'idea di un manufatto e la sua realizzazione hanno coinciso. Dalle mie mani è nato qualcosa che corrispondeva a quello che avevo in testa.

E poichè proprio in questi giorni ho rifatto le foto per il mio nuovo shop online (TotbEcoArt on ETSY) a proposito... venite a visitarlo!!! ecco qua la collezione SO FULL OF MYSELF.

COLLANE SO FULL OF MYSELF.
 
 

 ORECCHINI PENDENTI SO FULL OF MYSELF

ORECCHINI LOBO SO FULL OF MYSELF
 
 

Nota finale: per chi non fosse pratico con l'inglese, so full of myself significa così piena di me stessa
Il senso non è quello dispregiativo che normalmente si attribuisce ad una persona tronfia ed egocentrica, ma si tratta di un gioco di parole per indicare che la Matrioska è letteralmente piena di altri sè.
Questa collezione è realizzata in cartone recuperato vetrificato e ogni pezzo è abbinato ad un cartoncino plastificato con sul fronte una frase tratta da Uno, nessuno e centomila di L. Pirandello e sul retro una spiegazione sul significato simbolico della Matrioska in modo da comprendere cosa mi ha spinto e ispirato alla sua realizzazione. E ora vi aspetto sul mio shop online!!!

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