Come sempre, ancora una volta, mi capita di non scrivere per mesi e poi. tutto d'un tratto, si fa pressante l'esigenza di comunicare, scrivere, condividere... ormai ho accettato la mia incostanza come parte della mia vita, come mia caratteristica: l'incostanza come costante.
Ma è anche vero che non sempre si ha qualcosa di interessante da dire, e allora meglio un bel silenzio seguito da fiumi di parole quando i fatti della vita o il mio flusso creativo mi fanno un bell'assist!
Cosa mi spinge a fare un post a una settimana dall'ultimo?
Un'altra mia caratteristica... la necessità di non essere stanziale, di viaggiare ed esperire il mondo.
Ma anche la necessità di mettere nero su bianco quello che mi succede e di trasformare gli imprevisti che fanno parte della vita, in occasioni di cambiamento e crescita.
Pronti alla partenza... perchè quest'estate io e Piero (il mio compagno di vita e di avventure) stiamo per lasciare il nostro porto sicuro di Bologna per viaggiare attraverso Spagna e Portogallo, ma le cose non sono mai semplici come uno vorrebbe. Così, dopo settimane di preparativi, pianificazione e organizzazione di viaggio e mercatini (perchè ovviamente i miei viaggi estivi non sono mai solo viaggi di piacere, ma anche occasioni lavorative) siamo stati costretti a rimandare la partenza causa guasto alla macchina e guasto alla gattina (le si è infettata una ferita alla zampina e prima di lasciarla alle cure di altri, mi sono voluta assicurare che stesse bene anche senza di me). E poi guasto al telefono e al Kindle... insomma una serie di sfighe degne di Paperino.
La prima reazione a questi intoppi è stata, ovviamente, quella di desistere e abbandonare il progetto, non senza pianti e disperazione al seguito, ma spinta dall'incoraggiamento delle persone che mi amano, ho capito che ogni crisi è un'occasione e abbandonata la mia ansia e la mia mania di controllare ogni aspetto della mia vita, ho deciso di prendere questo viaggio come qualcosa da vivere e non da pianificare.
Per cui ora si parte, non si sa quando perchè ancora stiamo aspettando la macchina, ma quando saremo pronti, partiremo, senza meta, senza percorso, senza piani prestabiliti.
Partiremo al momento giusto, partiremo e vivremo il nostro viaggio, partiremo e vivremo.
Tuttavia, in tutto questo carpe diem, una cosa l'ho voluta preparare: una sorta di simbolo, un portafortuna per quest'avventura che vivremo. Qualcosa che rappresentasse il nostro personale momento di crescita ma anche la cultura dei posti che stiamo per visitare... dopo molto pensare, solo uno poteva essere l'emblema di questo pellegrinaggio: Don Chisciotte, metafora della ricerca dell'identità, della lotta contro qualcosa che non si può combattere ma che sarebbe meglio accettare, portatore dei valori spagnoli come nessun e nient'altro, ovviamente accompagnato da Sancho Panza, immagine dell'opposto e contrario, perchè non c'è crescita senza confronto. E poi anche noi siamo in due... non è ben chiaro chi sia chi, ma forse in ogni individuo sono presenti sia l'uno che l'altro.
Così, non potevo che scegliere una delle rappresentazioni che preferisco: il Don Chisciotte di Picasso, e cartone e vetrificante alla mano ne sono usciti un paio di orecchini per me e un ciondolo per Piero.
Ma i nostri due monili non mi sembravano abbastanza, così ho deciso che ne sarebbe potuta nascere una collezione, omaggio ad una terra che è parte della mia personale storia, ad un luogo che mi ha accolto e che spero tornerà ad accogliermi.
A questo punto, armati dei nostri amuleti e della nostra determinazione, siamo pronti a partire... che il viaggio sia lungo, pieno di mulini a vento e di avventure da vivere e soprattutto che ci faccia tornare a casa migliori di come siamo partiti.
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