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DALL'ORIENTE CON AMORE

Lo so, il titolo originale del film era "Dall'Oriente con Furore", ma il mio tributo al paese del sol levante è un atto d'amore e non di rabbia.
 
Di solito prima di farvi vedere il risultato del mio lavoro vi propino l'imbarazzante, e a volte insensato, flusso dei miei pensieri riguardo un'idea che mi ha portato alla creazione di un manufatto.
Questa volta vi risparmio e vi mostro subito il risultato... Ma ovviamente per chi vuole approfondire, basta scorrere in basso!!!
 Geisha
 
 
Varie e differenti le ragioni che mi hanno condotto all'ideazione e alla creazione di questa collezione, che per inciso è realizzata con le capsule del caffè (trattate con delle resine per fissare i vari strati e dare maggior volume ai ciondoli) e varie e differenti le origini dell'attribuzione della parola amore, sentimento con il quale ho voluto presentare questo post.
 
Ma andiamo per gradi, anzi per fasi di lavorazione.
L'IDEAZIONE: L'idea di utilizzare la figura della Geisha come monile nasce principalmente dalla curiosità per la cultura giapponese e per il ruolo all'interno della società di questo personaggio... la mia formazione da sociologa ogni tanto ha la meglio! Nonchè da una certa influenza familiare.

Il termine Geisha (Gei che vuol dire “arte” e Sha che vuol dire “persona”) può essere tradotto con artista o persona d’arte. Il ruolo delle Geisha, dopo aver avuto una formazione rigida e completa, è quello di intrattenere uomini con le loro performance e con il loro sapere, avendo sempre cura di rispettare un codice molto severo sulle maniere, sul trucco e sullo stile di vita.
Simbolo di eleganza, grazia, bellezza. Si dice che le Geisha vivano in una realtà a parte, che loro stesse chiamano karyukai, “il mondo dei fiori di ciliegio e dei salici”.
 
La figura della Geisha, in Giappone, ha un ruolo sociale elevato, di persona colta e raffinata, stimata e ambita, ruolo che in occidente viene spesso frainteso e sovrapposto ad altro tipo di intrattenimento femminile. Ma l'ignoranza si cura con la diffusione della verità e la femminista che è in me, l'artista che è in me, la donna che sono, non potevano non alzare la testa e diffondere la vera origine di questa figura, non potevano non difendere l'arte e la professionalità, lasciare circolare un pregiudizio solo per apatia. 
Tutto questo, oltre che dalla lotta ai preconcetti, dal femminismo e dall'amore per l'arte e la cultura nelle sue varie forme, è mosso inoltre, come dicevo dall'influenza familiare. Quella che viene da una particolare parte della famiglia. Quella da parte dei cugini a cui sono più legata, e che sono tra i miei maggiori supporter in questo mio progetto di riciclo creativo, il cui figlio vive a Tokio. Aver dedicato una collezione a questo tema è il mio omaggio alla loro vicinanza e il mio modo di ringraziarli per il loro incoraggiamento, senza considerare che il punto di vista femminista di questa creazione sarà pienamente apprezzato e condiviso.

LA MESSA IN PRATICA: Diciamo che qui l'amore centra tutto...  la fase della sperimentazione, in cui studio a tavolino una nuova tecnica, provo a fare un prototipo, non sono convinta, provo delle modifiche, mi incazzo, butto via tutto e  ricomincio e così via fino a quando non sono soddifatta, di solito è caratterizzata dal mio chiudermi in laboratorio e non avere contatti con nessuno fino a quando la lavorazione non è finita, o fino a quando, esausta, metto in pausa. 
Questa volta, questa fase è stata condivisa con il mio compagno, che è intervenuto in ogni dettaglio e in ogni modifica, dalla forma del vestito all'acconciatura, dalla scelta di fare o no piedi e mani al disegno del viso, dalla scelta degli abbinamenti cromatici alla grandezza del ciondolo. 
Per come sono fatta io, mettermi d'accordo con qualcuno che mi dice cosa  e come fare, soprattutto in ambito creativo, è una cosa non solo impossibile, ma impensabile. E invece ce l'ho fatta. Ho ascoltato, accettato, messo in discussione e fatto valere il mio punto di vista senza prevaricare o senza urlare. Ho mediato. Sono stata capace di mettere da parte qualsiasi altro sentimento per fare posto solo alla collaborazione. 
 
Insomma non potevo non parlare d'amore presentando questa collezzione perchè essa è frutto dell'amore. Quello per una cultura, quello per i parenti, quello per il mio compagno, quello per il mio lavoro, quello per l'essere donna, quello per se stessi che spinge a rincorrere i propri sogni e le proprie velleità artistiche, indipendentemente da ciò che penserà la società, indipendentemente da tutto.


Infine, qualche piccolo dettaglio che non c'entra con la storia ma che vuole sottolineare con quanta cura e amore è stata realizzata ognuna delle mie Geisha: ognuna di loro, sulla schiena ha il classico nodo (OBI), sono tutte pezzi unici i cui vestiti sono stati fatti abbinando colori e fantasie secondo i canoni tradizionali. Ognuna ha un'acconciatura che richiama quelle più diffuse a partire dagli anni '50 del secolo scorso. Tutti i visi sono stati disegnati a mano.



 
 

 

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